01 ottobre 2007
Biomasse: ambientalismo o lobby?
Quello dell'energia è un tema che mi sta particolarmente a cuore e non posso non dire la mia, anche se posso sembrare utopico e sognatore. Quando si dice che il petrolio sta finendo e bisogna iniziare a emanciparsi dal suo utilizzo non bisognerebbe fare l'errore che si è sempre fatto, quello cioè di buttarsi a capofitto nella ricerca di un altro carburante o bene materiale di consumo da sfruttare/consumare. Prima c'era la corsa all'oro, poi al carbone, poi al petrolio, poi ai Winnie The Pooh attaccati al cellulare.. è la stessa cosa: si cerca un bene di consumo per poterlo vendere. Tramite l'utilizzo di un carburante si vende energia, ed io, avendo avuto una formazione scientifica, non posso che trovare un controsenso nel concetto di consumare energia, l'energia NON SI CONSUMA!

E con molta amarezza non rimango sorpreso dal fatto che il sistema mondo stia premiando quell'unica scelta che sembra andare d'accordo con i movimenti ambientalisti, per ora, e con la logica lobbistica del consumo di carburanti: le biomasse. Perché per ora? Perché saranno pulite quanto vuoi, ma anche le biomasse, esattamente come le scoregge, emettono anidride carbonica bruciando. Ma per il momento, dai che gli va bene! Destiniamo tonnellate di raccolti alla produzione di biocombustibili invece che alla produzione di pane e pasta. Ma il mercato è crudele, se l'offerta di pane e pasta scende e la domanda no, la cosa lui (il mercato) la risolve facendo levitare i prezzi, e come dargli torto? Chissenefrega se un chilo di pasta mi costa 3 euro, finalmente posso mettere l'alcol nella benzina (o l'olio di colza nella nafta) e risparmiare qualche centesimo al litro!

Ieri sera a Terra, il programma di approfondimento del Tg5, il rotocalco di Panorama, la gente di Manhattan si chiedeva se fosse meglio (dal punto di vista ecologico o etico, ma alla fine le due questioni tendono a coincidere) consumare prodotti alimentari biologici o locali. Il problema era sostanzialmente questo: quelli biologici non hanno pesticidi e sono più sani, ma per arrivare fin qui percorrono migliaia di chilometri sui tir. Che dilemma.. è tanto difficile rispondere? È meglio biologico E locale! Cosa centra questo con l'energia? A prima vista niente, ma la logica che ci sta sotto è la stessa: il sistema punta sempre alla centralizzazione della produzione: dell'energia, dell'acqua minerale, e anche dei prodotti biologici.

La risposta, per l'energia come per i prodotti alimentari, è chiaramente nella decentralizzazione. Perché devo usare un carburante che posso solo comprare, e a caro prezzo, quando posso usarne uno che, oltre ad essere infinitamente più pulito, mi posso produrre, anche se magari solo in parte, da solo? Parlo ovviamente dell'idrogeno, la molecola più semplice dell'universo, anche Dodò dell'Albero Azzurro la tirava fuori dall'acqua in una puntata. Sarebbe tanto rivoluzionario mettersi un pannello fotovoltaico sul balcone per tirare fuori qualche goccia di idrogeno da infilare di nascosto nel serbatoio della macchina? Quando chiunque potrà prodursi energia pulita (col sole, col vento, con la fossa biologica) a costi relativamente contenuti, allora il mercato inizierà ad essere spietato anche con chi vende energia, ma per arrivare a questo, non ci sono scappatoie, l'unico vettore energetico usabile rimane l'idrogeno.

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postato da Dario Biño alle 09:30 | Permalink | nessun commento