01 gennaio 2000
Non essere complottista
Le televisioni e i giornali sembrerebbero in apparenza un comodissimo accesso all'informazione: basta accenderla/aprirlo per essere letteralmente bombardati dalle notizie più svariate, ma che sono state scritte e soprattutto selezionate da pochi per essere lette da molti. È un sistema top-down, per quanto possano essere buone le intenzioni dei redattori e disinteressati gli editori, c'è un'ingiustizia sociale insita nel sistema stesso: sono in pochi ad informare moltissimi.

La blogsfera al contrario è un fenomeno che nasce dal basso, con un'utenza altamente diversificata e dinamica e in cui il rapporto autori/lettori è molto elevato. In questo universo il peso di una notizia è deciso dall'utenza stessa che parlandone ne contribuisce alla diffusione. Le possibilità di censura sono molto limitate, e in molti casi controproducenti: oscurare un blog dà credito al suo autore perché "se è stato zittito probabilmente aveva ragione".

Questo spazio è un'altra piccola voce nel mondo della controinformazione. Ma cos'è la controinformazione esattamente? E perché questo termine non compare (né comparirà mai) in nessun titolo di questo blog? Il solo concetto di controinformazione contiene al suo interno un controsenso, che fa vacillare la reputazione dell'informazione di massa (più precisamente quella "ufficiale"). Se quest'ultima infatti non fosse distorta, censurata o comunque manipolata, ci sarebbe ben poco da "contrapporre", se non qualche patetico manifesto fazioso, infondato e probabilmente falso che prende il nome di "disinformazione". Stando a queste (opinabili) premesse è chiaro che se l'informazione è corrotta, dal mio punto di vista, la controinformazione si apprezza di una maggiore credibilità (diventando informazione a tutti gli effetti), mentre alla prima verrebbe da anteporre il prefisso "dis-". Ergo: la controinformazione (quella vera, veritiera e documentata) NON esiste!

In questa condizione la reazione più semplice e immediata è quella di pensare al complotto, quasi come giustificazione del proprio stato di inferiorità ed ignoranza: "È colpa di quelli che comandano se non so, se vivo in questa condizione". Personalmente la reputo una risposta affrettata, riduttiva e puerile. Grazie alla Rete oggi possiamo accedere a tutta l'informazione che vogliamo, ma solo se lo vogliamo. Io non sono un complottista, credo che se, insieme a milioni di persone, sono all'oscuro di un fatto gravissimo sia solo colpa mia. Il primo passo è informarsi, il secondo è capire, solo in seguito si può agire. Nel mio caso passare all'azione significa informare gli altri, dare il mio contributo che per quanto piccolo è pur sempre maggiore di zero, per questo è nato questo blog. Gridare al complotto attira solo i fanatici, quelli che agiscono per il male del loro nemico e non per il bene dei propri simili; io non sono un complottista. E tu?
postato da Dario Biño alle 00:59 | Permalink | nessun commento
No comment
I commenti sono disabilitati semplicemente perché se hai qualcosa da dirmi puoi benissimo farlo (e ti prego di farlo) usando la cara e vecchia e-mail, e stai sicuro che ti risponderò. Per comunicare e scambiare informazioni in maniera aperta e libera, lo stupendo mondo di Internet ci ha regalato i forum. In questo spazio cibernetico, che pur mi fornisce gli strumenti più avanzati in termini di comunicazione, voglio mantenere nostalgicamente un po' della magia della tradizionale carta stampata.
Citando un noto chitarrista anglo-romano icona del Trash e del Metal (ma non dei due fenomeni contemporaneamente (citazione nella citazione)): «Ve lo spiegherò come se aveste tre anni». Il blog è MIO, e ci scrivo IO.
postato da Dario Biño alle 00:58 | Permalink | nessun commento
Profilo di un blogger non-complottista
Estrazione sociale e formazione:
Figlio di padre elettricista e madre titolare di una piccola impresa di artigianato, separati. Vivo in una cittadina di 100mila abitanti ma studio in una vicina grande città, sono pendolare. Ho ereditato dal nonno una Fiesta del '95 che ho guidato fino all'inizio del 2007, prima di demolirla perché l'assicurazione voleva più soldi di quanti ne valesse la macchina. Ora vado in bicicletta o a piedi. Da bambino andavo a messa (da solo) fin quando un giorno ho capito che un prete non mi avrebbe saputo dire su Dio più di quanto non sapessi già o non avrei potuto capire da solo, col tempo mi sono fatto l'idea che i preti con Dio ci azzeccano ben poco! Ho viaggiato, anche lontano, anche molto lontano, mi sono confrontato con culture diverse dalla mia e ho potuto osservare il mio Paese dall'esterno. La vita mi ha dato delle opportunità, alcune le ho sfruttate, altre no, in ogni caso mi hanno cambiato.

Orientamento politico:
Non mi piace essere etichettato e rinchiuso nella casella della destra-sinistra-su-giù-centro, non mi riconosco nell'ideologia di nessuno schieramento politico, sempre ammesso che esistano ancora schieramenti con una propria ideologia (anche finta), credo di avere un pensiero e un'opinione che condivido solo con me stesso... e non è detto che col tempo non cambi idea!
Sono per la giustizia sociale (non l'uguaglianza) e contro le "classi". Sono per agire sulle cause (ove possibile) e non sugli effetti di qualunque male. Credo che la pace sia l'unica vittoria, ma credo anche che la guerra non sia la malattia da curare, bensì un suo sintomo. Sono per la libertà di dire e pensare quello che cazzo ti pare, ma con stile, e di fare tutto ciò che non leda i diritti o le stesse libertà altrui. Credo che la religione sia l'anello che collega la filosofia al fanatismo e, per inciso, sono contro qualunque fanatismo.

Metodo di comunicazione:
Credo nella forza dell'ironia e in particolare adoro il sarcasmo, le allusioni e i doppi sensi. Faccio abuso di citazioni perché appoggio le buone idee degli altri, e poi non è che possa pensare a tutto io! Cerco sempre di controllare i dati che fornisco e, se possibile, linko le fonti. Ho anche il vizio di archiviare una copia delle pagine e documenti che cito in previsione di oscuramento. In caso di errore correggo mantenendo l'errore ben visibile, se ho sbagliato ci sarà un perché, e ringrazio chi mi ha eventualmente ravvisato. Cerco di limitare agli sms le abbreviazioni forzate, le 'k' e i numeri perché su Internet, fortunatamente, non c'è ancora una tassa ogni 160 byte.
postato da Dario Biño alle 00:57 | Permalink | nessun commento