16 settembre 2007
Corsa alle banche
In Gran Bretagna i clienti della Northern Rock l'hanno capito prima degli altri e sono corsi in banca a ritirare i propri risparmi. Quello che gli è sfuggito è che quelle stesse loro banconote, una volta che ci sarà stato il crollo bancario, non varranno più un soldo bucato. A questo punto devo sfatare due miti.

Secondo: quando una banca elargisce un mutuo non prende i soldi dai risparmi che i suoi correntisti hanno depositato ma.. li crea. Così, dal nulla e senza troppi meccanismi strampalati, semplicemente li scrive nel conto corrente del mutuatario. Il rapporto tra soldi creati e soldi depositati è ovviamente regolamentato, ma questo meccanismo perverso ha degli effetti collaterali che, guarda caso, stanno saltando fuori proprio in questo periodo. La cosa è abbastanza semplice: mentre il capitale (che dovrà tornare alla banca) è circolante sul mercato ed esiste (nonostante sia stato creato dal nulla) l'interesse (che dovrà tornare anch'esso alla banca) non lo è, e deve essere prodotto. Il problema arriva quando la massa di denaro circolante prestata è troppo elevata rispetto alla massa totale, e quando, per qualche motivo contingente tipo una piccola crisi, la produzione non riesce a coprire l'interesse richiesto dal mutuante. A questo punto la banca inizierà a rivendicare il capitale prestato diventando di fatto "padrona del mondo", ma comunque di un mondo sfasciato, improduttivo e senza più un centesimo in tasca.. bella merda!

Primo: dal 1971, con lo scioglimento degli accordi di Bretton Woods, il dollaro non è più legato alle riserve auree statunitensi. Questo significa che oggi il valore del bigliettone verde (e dell'euro, non si scappa) è pari a quello di un pezzo di carta. Lo dico (lo scrivo) perché c'è un sacco di gente che è ancora convinta del contrario. Boh, sarò utopistico ma credo che la moneta dovrebbe essere legata alla vera ricchezza umana: il lavoro. Se potessi scegliere di riformare l'intera economia monetaria mondiale non avrei dubbi, la baserei sul lavoro del muratore. 1 [any_currency_unit] = 1 h·muratore. Pensateci, un'ora di lavoro di un muratore è una quantità incredibilmente stabile: è automaticamente aggiornata all'inflazione (che a questo punto avrebbe poco senso), è un mestiere diffuso praticamente in tutto il mondo, sarà sempre attuale anche nel futuro più lontano (salvo ipotetici muratori robot) e, salvo grandi espansioni o crisi edilizie, non varia di molto il suo valore nel tempo. Da questa base in poi il mercato farebbe il resto decidendo il valore di ogni prestazione in rapporto a quella del muratore, per esempio sarebbe divertente conoscere lo stipendio dei manager come multipli di muratore.. che mondo fico! ^^

Questa del muratore giuro che mi è venuta in mente mentre scrivevo, se qualche grande pensatore ci è già arrivato in passato io non lo sapevo, e vuol dire che sono un genio.. ok, un genio ignorante :P

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postato da Dario Biño alle 10:49 | Permalink | nessun commento