04 settembre 2007
Libertà Democratiche vs. Libera Democrazia
Proprio ieri mentre guidavo ascoltavo distrattamente alla radio i titoli di un telegiornale, anzi di una telerivista a caso tra StudioAperto e il Tg5. Ho detto distrattamente? Sì, ma quella frase l'ho sentita bene: «il leader del Partito Democratico Veltroni».

Leader? Per quanto ne so il Walter può essere considerato leader del Comune di Roma, ma credo che in italiano si dica "sindaco". Partito? Ma se non esiste ancora! Qua di partito c'è solo quello.. "preso". Veltroni leader per Partito Preso, appunto, ma soprattutto.. Democratico? E da dove nasce? Chi ci si riconosce? Demos = popolo, non posso credere di essere l'unico a capire che gli elettori di un partito non sono come gli azionisti di una s.p.a., ti prego se leggi queste righe mandami una mail e dimmi che non sono solo!
L'Italia è, pare, una democrazia. Tutti i partiti dovrebbero essere democratici.

Dall'altra parte il buon vecchio Silvio, non potendo essere da meno in quanto a minchiate, decide di operare anche lui una bella fusione per recuperare il mercato restante (ops, volevo dire elettorato). Ma dato che il marchio più appetibile è già stato registrato dalla concorrenza (hey ora basta, credo sia chiara l'allegoria economica) deve ripiegare su "Partito delle Libertà". Ripetitivo, c'è già la casa, libera come quella del Grande Fratello, ma almeno obbedisce alla regola d'oro della politica italiana: "i partiti con nomi che non centrano una cippa con la propria politica prendono un fottio di voti".
L'Italia è, pare, un paese libero. Tutti i partiti dovrebbero essere rappresentanti delle libertà.

Colpa di Prodi? Colpa di Silvio? Colpa della gente che li vota? Colpa della disinformazione? Non lo so, magari è colpa mia che non sono ancora, nonostante tutto, un complottista, ma ho una riflessione che mi porta a concludere: a quando un unico bel Partito Partitocratico?

Etichette: , , , , , , , ,

postato da Dario Biño alle 22:40 | Permalink | nessun commento